Chi legge sa che Il Pesce Parla.
Vincendo Rock targato Italia 2019, abbiamo avuto la possibilità di due giorni di registrazioni presso gli studi RCA di Milano, la Sony, per capirci.
Appuntamento mercoledì 27.
Il bassista, Mattia Camussi, ed il batterista, di cui adesso non ricordo il nome, trovano il posto assegnato dentro il parcheggio sotterraneo dell’edificio.
Ma c’è solo per una macchina.
Io mollo la mia chitarrista del cuore, Marina Borlini, all’ingresso, con le varie custodie chitarre pedaliere.
E vado a cercare parcheggio.
Pioveva.
Sono le 10:30 del mattino, nei locali della Sony vige un’atmosfera di fermento silenzioso, una cosa difficile da spiegare. Un brulicare ordinato.
Le pareti sono chiare, pulite, ivi capeggiano degli schermi ampi, con visioni di spettacoli musicali luminosi, belli, roba di hd.
Ma muti.
Sono tutti sereni, rilassati, occupati dal loro lavoro ma pronti ad alzare la testa per salutare con un sorriso.
Insomma una via di mezzo tra gli uffici milanesi di “Troppo frizzante” in Boris e l’ufficio del mega direttore galattico in Fantozzi.
Ma senza cocaina e poltrone di pelle umana (anche se riguardo queste non metterei la mano sul fuoco).
C’è un senso di ordine e pulizia, ma non nazi, mi spiego?
La struttura è moderna e gli interni vetrati, tutti possono vedersi tra loro.
Il nostro fonico di riferimento, che per questioni di privacy chiamerò James Bond, ci accompagna in sala di registrazione e apre la porta con….un pollice.
Intendo il riconoscimento delle impronte digitali. Tipo davvero spionaggio internazionale. Ma senza pistole silenziate, nè smoking, James ci accoglie con felpa jeans scarpe sportive.
No tattoos no piercings, chissà perché uno se li aspetta superaddobbati…
Il giovane Bond, suddetto fonico, ha più o meno la mia età.
Varcata la soglia c’è un foyer, o ridotto, se preferite.
Sulla sinistra un tavolino circolare con delle sedie, sulle pareti foto dei vari artisti che sono passati negli studi storici della RCA, quelli vecchi. Adesso hanno ricostruito tutto nuovo supermoderno, ma le foto se le sono portate appresso.
Riconosco Morricone, che ha iniziato come fonico proprio presso l’RCA, e Dalla, che fuma appoggiato ad una consolle, in mutande.
Il corridoio è tempestato di (VERI) dischi d’oro e di platino, ci sono Bowie, Tom Walker, Pharrell Williams, ma anche i nostri Achille Lauro, i Maneskin…
Proseguendo invece verso destra c’è un tavolo pieno di peccati: un intera colonna di lecca-lecca(!!!) dolciumi di ogni tipo, cioccolatini, caramelle. Poi il frigo, con l’acqua in lattina (perchè lì sono plastic free, figurati), varie bibite energetiche e gassate, ma niente alcolici.
Nessuno è perfetto.
C’è la macchinetta del caffè, anche.
Una delle cose che mi ha lasciato senza parole è stato il cesso che, di gaberiana memoria, è sempre in fondo a destra.
Poche volte ho visto un cesso così bello, sembrava quello di un ristorante stellato. Un lieve odore di cloro.
Davanti alla tazza (sì, anche alla Sony) le prese cannon per i microfoni….(!)
Perché mai uno dovrebbe mettersi a cantare mentre….ma andiamo avanti.
Lo studio.
Beeeeeeeeh, chevelodicoafare, un sogno.
Ho contato una decina di chitarre, due monitor video giganti, innumerevoli casse.
Una colonna di tastiere, a cui ho fatto la foto.
Un tavolo-tastiera tutto incorporato.
A destra la stanza per la batteria, a sinistra quella per le voci.
Iniziamo a lavurà.
007 inizia col chiederci i nostri gusti musicali, la storia del nostro gruppo.
Ci è sembrato un approccio davvero disponibile, il contrario di altezzoso, che in questo ambiente non è affatto scontato.
Il tipo è pacato, dipsonibile, ascolta tutti, e poi ascolta anche il pezzo che gli abbiamo portato:
"POS?"
Gli abbiamo portato un progetto esportato da garageband lavorato dalla nostra instancabile chitarrista col profilo francese, terrorizzati che a quei livelli si lavori solo con logic e pro tools, programmi altamente professionali per l’editing musicale.
Invece a quei livelli gli puoi portare pure un audiocassetta degli anni 90, pure una scheda perforata, che quelli la spostano a destra e sinistra tra programmi in un secondo fischiettando.
Mi becco i complimenti per il testo (yeah mothafuccka) ed inizia a ragionare su come esaltare certi momenti di stacchi, crescendo e quanto altro.
Ci chiede cosa vorremmo cambiare e come, ci fa delle proposte.
Il modo di lavorare di Mr.Bond è sicuro ma sciallato, con pause sigaretta regolari e discorsi sul brano che non si fermano solo all’aspetto musicale, ma integrano divagazioni filosofiche, economiche, mediatiche.
Lo abbiamo amato subito.
Per prima cosa si è occupato di registrare la batteria, poi ha fatto suonare insieme batteria e basso, e a fine mattinata, verso le 14, avevamo il nostro bel tappetino ritmico.
A pranzo mangiamo tutti insieme in un posto lì di fianco, milanese per eccellenza, solo insalate e centriìfugati.
Oh, sarà che non sono molto abituato al detox, ma mi è piaciuto tutto, e parecchio. Ovviamente anziché il centrifugato abbiamo bevuto una birra, perché va bene che va bene, ma che per davvero davvero mo?
L’agente segreto fonico no, lui durante il lavoro non beve….MAI.
Marina, non abituata a mangiare prodotti naturali, non ha toccato nulla.
In compenso di birre ne ha bevute due.
James ha il senso dell’ironia e fa battute, ma non sorride.
Proprio come K in Men In Black.
E’ un cazzo di agente segreto questo qui, a chi vuole fregare. Copertura da fonico.
Gli chiedo quali artisti sta seguendo per Sanremo e se c’è qualcuno che spicca tra gli altri.
Lui, gelido, mi risponde che per contratto ha una restrittivissima clausola di segretezza riguardo all’argomento Sanremo.
Io, per buttarla in caciara, gli dico che glie l’ho chiesto apposta per metterlo nei guai.
E lui: “E infatti io non ti ho risposto”, dopodiché mi fissa e succhia dalla cannuccia di cartone (plastic-free tutto il quartiere lì) facendo rumore appositamente.
Il pomeriggio facciamo le chitarre.
Il giorno dopo vengo informato che ho il posto riservato parcheggio numero 45 e dunque mi reco al cancellato automatico all’ingresso del parcheggio, atteggiatissimo.
Forse per l’emozione, sbaglio a citofonare, come mi fa notare Mattia, in macchina con me.
Così per rimediare citofono a tutti.
Mi rispondono contemporaneamente e tutto quello che riesco a dire è : Ciao a tutti, Il Pesce Parla!
Qualcuno mi apre ed entro, le voci rimangono a socializzare tra loro. Magari è nata una storia, chissà.
L’episodio è sintomatico. E’ infatti proprio il giorno delle voci, quindi si occupano soprattutto di far registrare me e Marina, la mia corista cantante preferita….sentimentalmente parlando.
Durante le pause passano a salutare James diversi artisti, produttori, gente che abbiamo visto ad x factor…
Non vogliamo essere eccessivamente riverenti, ma tendenzialmente sembriamo Pellegatti che intervista Berlusconi, a forza di salutare ed elargire sorrisi.
Verso le 19:30 il nostro lavoro è finito e lasciamo il malloppo finale nelle mani del fonico al servizio di sua maestà la regina.
Che ce lo riconsegnerà pronto il 3 dicembre, se tutto procede come da tabella di marcia.
Io fino a qualche mese fa pensavo che sarei entrato negli studi RCA di Milano solo tramite qualche puntata di X factor, invece MAI DIRE MAI.